Cenni storici
Il Centro storico di Cinigiano si è sviluppato sopra il dorso di un poggio, sul cui apice tuttora si vedono le rovine della rocca demolita.
Sulle antiche origini poco sappiamo anche se è plausibile che tale castrum sorga su antichi resti romani.
La stessa denominazione del paese, stando alla spiegazione che ne danno studiosi e glottologi, potrebbe avere origini molto antiche. Il toponimo Cinigiano si fa infatti derivare dalle due voci latine cenis (cenere) e Janui (Giano).
A tal proposito si narra che in un tempo a noi lontano, sulla cima del paese venne costruito un tempio dedicato al dio Giano, andato poi distrutto a causa di un incendio tanto che nel luogo restarono solo ceneri.
La spiegazione più verosimile però è che il termine derivi dal latino cygnus, animale che poteva vivere in queste terre e nelle zone più paludose della Maremma.
Le mura di cinta, sulle quali sono addossate le abitazioni, sono ben visibili in alcuni tratti del paese e molti sono gli elementi decorativi e le parti medievali in evidenza nei muri delle abitazioni del borgo.
Nel “Diplomatico Amiatino” si evince che i primi signori di Cinigiano furono i Signori di Scudellano, località posta a controllo del torrente Melacce e poco distante dal capoluogo, in prossimità della località Piantaverna. Tuttora sono visibili i resti del mastio, oggetto di molte leggende da parte della popolazione. Sempre nel Diplomatico si ha la prima citazione di detto castello nel 1059 con il nome di “Cenuscanum”.
Secondo il Repetti (Volume 1; 6s. Pg 734-737; 75) ebbero qui signoria i discendenti di Bernardino da Cinigiano che posero il loro castello sotto il controllo della Repubblica di Siena nel 1254 con atto pubblico, rimanendo però strettamente collegati da vincoli subfeudari con i signori più potenti della Maremma e dell'area amiatina e cioè gli Aldobrandeschi di Arcidosso e Santa Fiora.
Molteplici furono però le ribellioni di questi signori verso i senesi ed insieme ai signori di Sticciano, imparentati con gli ardengheschi di Civitella, commisero diverse scorribande.
Degna di nota e documentata dalle cronache fu l'assalto ad un prelato di Provenza che si recava dal pontefice Giovanni XXI nel 1277.
Il 1330 fu caratterizzato dal dominio dei Conti Guidi di Poppi e di Battifolle, probabilmente per motivi ereditari, anche se non è accertata la motivazione per la quale questa potente famiglia controllasse questo territorio.
A seguito delle varie ribellioni alla Repubblica, cosa molto comune tra i nobili locali, nel 1404 la Corte di Cinigiano firmò capitoli di sudditanza a Siena, insieme a diverse altre realtà della zona, la quale inviò da quel momento in poi un suo giudice.
Le varie guerre locali avevano però ridotto allo stremo l'economia locale e tutta la comunità tanto che Siena si trovò costretta ad esentare la corte dai debiti per tre anni e ad attuare una politica di ripopolamento.
Tale comunità seguì poi le sorti dei territori senesi limitrofi anche dopo la sua resa: il sostegno alla Repubblica di Siena riparata a Montalcino e infine l'entrata nel Granducato.
I Medici, da parte loro, non attuarono considerevoli riforme nella zona al contrario degli Asburgo-Lorenza che dalla fine del'700 portarono avanti una serie di interventi atti a modificare sia le campagne che la società e con essa gli assetti giuridico-istituzionali.
Nel 1783 venne costituito il Comune di Cinigiano nella cui unità amministrativa era inserita anche Cana (posta sotto Roccalbegna quattro anni più tardi); solo successivamente venne aggiunto Montenero.
Tra il 1900-1960 dal punto di vista demografico la popolazione toccò i record storici arrivando a superare quota 6000.
Questo fu dovuto sicuramente alle politiche in favore delle nascite attuate dagli anni 20 in poi, ma anche e soprattutto agli investimenti statali e dell'Ente Maremma, attivo dagli anni '50 in poi su questo territorio suddiviso per la gran parte in latifondi.
Durante il periodo bellico inoltre i costi di produzione e i prezzi di mercato furono posti in sott'ordine alla produzione in senso assoluto e così si scoprirono dei giacimenti minerari tra Cinigiano e Monticello. Tali giacimenti furono però abbandonati nel periodo post bellico per vari motivi legati soprattutto al rapporto costi-benefici.
L'evidenza degli investimenti citati precedentemente è dimostrata dalla presenza di importanti esponenti politici nazionali che presenziarono alle inaugurazioni di scuole, palazzi, infrastrutture e lavori di consolidamento.
Sempre in quegli anni il paese di Cinigiano fu interessato da frane (fine anni '50 inizi anni '60), essendo il territorio ed il borgo costruito su un terreno a rischio idrogeologico. Furono necessari quindi degli ingenti lavori di consolidamento a sostegno di tutto il borgo. Il governo stesso si preoccupò dell' agglomerato di Cinigiano permettendo così alle Amministrazioni comunali di poter accedere a dei finanziamenti specifici. Al riguardo si ricordano gli interventi fatti dalle Amministrazioni comunali dagli anni '80 inizi anni '90.